Fernando Pelosini
nato a Buti (PI) il 2 febbraio 1901
morto a Bordighera il 24 settembre 1982
Ha iniziato la sua attività artistica intorno al 1942 ed ha studiato pittura dal 1945 prima sotto l'insegnamento del pittore Giuseppe Balbo di Bordighera e più tardi dal 1947 al 1956 sotto la guida e l'insegnamento di Giuseppe Ferdinando Piana che studiò all'Accademia Albertina e visse a Bordighera dove morì nel 1956. Tra il 1955 ed il 1963 ha frequentato a Barcellona in Spagna lo studio del pittore spagnolo Angel Pallarés presso il quale studiò il nudo.
E' stato un pittore prolifico e la sua attività si inquadra nella tradizione verista ed impressionista.
Ha compiuto molti viaggi di studio in varie località italiane ed all'estero (Parigi, Londra, Amserdam, Berna, Lucerna, Zurigo, Madrid, Toledo, Siviglia, Granada, Valencia e Barcellona)
Ha partecipato a mostre collettive allestite a Trieste, Firenze, Napoli, Roma, Livorno, Torino, Genova, Santa Margherita Ligure, Alassio, Albenga, La Spezia, Imperia e Sanremo ed ha preso parte al premio S. Abreuse negli anni 1970, 1971 e 1974, al Premio Morazzone su invito nel 1972, al primo Oscar Marconiano d'Oro nel 1974 ed alla terza edizione del Premio Internazionale "Il Pavone d'Oro 1974" a Milano.
Ha conseguito numerosi premi tra i quali ricordiamo ilo Primo Premio al "Premio Citta di San remo 1968".
Tra le molti personali tenute in varie città italiane si citano quella di Cuneo (nel 1963), Savona (Galleria La Tana - 1964), Ventimiglia (Azienda Autonoma - 1965 e 1969), Sestriere (1968), Vigevano (Galleria De Grandi - 1970), Valenza (Sala Faro - 1970), Genova (Galleria Boccadasse - 1971), Milano (Galleria Barbaroux - 1973), Bordighera (Palazzo del Parco - 1975), Faenza (Galleria Voltone della Molinella - 1976).
Ha praticato anche la pittura murale e tra le varie opere ha restaurato gli affreschi fatti dal maestro G.F. Piana nella Villa Etelinda della Regina Margherita di Savoia a Bordighera.
Nella pittura da cavalletto prediligeva il tema della cacciagione e dei fiori (rose e mimosa), non trascurando il paesaggio (in particolare uliveti), la natura morta e le marine.